Le stelline di Amazon, gioia e dolore di ogni autore

Le stelline di Amazon, gioia e dolore di ogni autore

Quando scelgo un libro, prima di tutto parto dal genere che mi piace.

Per quanto riguarda l’autore, se ho già letto altre sue pubblicazioni e mi sono piaciute, acquisto l’ultima opera che ha scritto a occhi chiusi.

Invece, per quanto riguarda i libri di altri autori – che siano noti ai più o emeriti sconosciuti non importa -, ad attrarmi sono, prima di tutto, la copertina e il titolo.

Poi leggo la sinossi e se ho ancora qualche dubbio o voglio saperne di più, approfitto dell’anteprima messa a disposizione per farmi un’idea di come è scritto il racconto, e alla fine decido.

Sono questi i parametri che uso sempre per scegliere le mie letture e non dalle stelline di Amazon o di altri bookstore online, perché, più spesso di quanto dovrebbe essere, le valutazioni a 5 stelle non sempre rispecchiano in modo onesto il contenuto del romanzo.

Ammetto che qualche volta mi soffermo a leggere le recensioni di alcune blogger.

Lo faccio perché sono sempre più corpose rispetto alla sinossi e a una recensione fatta da un lettore qualsiasi (che solitamente si sofferma più sugli aggettivi superlativi che sulla storia e non spiega cosa ci sia di veramente interessante nel libro).

Recensioni positive e negative: come orientarsi?

Se proprio devo, in linea generale preferisco sbirciare tra le recensioni negative. E sapete perché?

È una questione di percentuale: se sul 100% di recensioni totali una buona percentuale è composta dalle negative, sono portata a credere che – almeno in parte – siano veritiere e che il libro non meriti più di tanto di essere letto; tralascio quelle che dicono solo “non mi è piaciuto, non lo consiglio”, perché è un commento sterile che non fa testo.

Invece, se la percentuale delle negative scende in modo netto, significa che la maggioranza dei lettori lo ha apprezzato e che probabilmente vale la pena leggerlo.

Lasciando da parte le stelline, che si possono dare anche senza commentare, vorrei focalizzarmi sui commenti che vengono rilasciati. Posso capire che non abbiamo tutti gli stessi gusti e se un libro piace a me non è detto che debba piacere anche ad altri, però ci sono alcune critiche che, quanto sono inverosimili, saltano subito all’occhio.

Mi spiego meglio: ho trovato recensioni mirabolanti a 5 stelle, con profusioni di lodi all’infinito, riguardo a contenuti che non ne meriterebbero neanche una, romanzi scritti malissimo con scene poco credibili, se non addirittura assurde, dialoghi tra persone adulte che neanche i bambini pronuncerebbero.

Per non parlare degli errori che spesso e malvolentieri si incontrano, e non mi riferisco a qualche segno di interpunzione mancante o usato a sproposito, come punti esclamativi ripetuti all’infinito o refusi, no, mi riferisco a parole usate in modo scorretto.

I termini sbagliati più utilizzati

Noto spesso, con dispiacere, che per alcuni autori l’ortografia è un optional, soprattutto quando si usano certi termini.

Ad esempio: affianco invece di a fiancoaldilà del muro anziché al di là del muro, infondo invece di in fondo, vado a lavoro invece di vado al lavoro, invece di po’, si invece di , apposto invece di a posto, la telefono invece di le o gli telefono (questa espressione, in un romanzo l’ho trovata ben 5 volte, quindi non era un errore di battuta), ecc.,  termini che hanno un significato ben differente tra loro e che andrebbero usati in modo corretto.

Per non parlare di espressioni che all’interno del testo vengono ripetute fino alla nausea. Forse usare un dizionario dei sinonimi e contrari è troppo difficile?

Torniamo alle stelline: ma servono davvero le recensioni stellari?

Secondo me no, e vi spiego perché, portando a esempio due recensioni ricevute per il mio romanzo “Irresistibile bastardo“:

5 Stelline – Molto bello
“Mi è piaciuta molto questa storia d’amore tra i due protagonisti… nonostante ci siano state delle incomprensioni il loro amore è cresciuto nel tempo assieme a loro.”

2 Stelline – Irritante
“La solita commedia degli equivoci. Trama inesistente con i due stupidi protagonisti che si rincorrono per tutto il libro uno piu irritante dell’altro. Veramente noioso.”

Allora mi chiedo: sono davvero utili a un lettore queste recensioni per procedere nella scelta di leggere o meno quel determinato libro? Direi di no, perché, in qualità di lettore, mi trovo in ogni caso davanti a un bivio: sarà come dice chi l’ha valutato con 5 stelline o come chi lo ha denigrato affibiandogli 2 stelline? Dubbio amletico!

In conclusione: invece di affidarsi ai pareri altrui, spesso fatti per frustrazione personale o per il perverso gusto di veder abbassato il rating di gradimento, trovo sia più utile leggere la sinossi e un’anteprima del libro per farsi un’idea personale, o abbiamo per forza bisogno che siano altre persone a darci consigli?

Ma la cosa che mi fa incavolare di più sono le critiche gratuite e, oserei dire, anche stupide, come “…il finale è scontato“.

Se stiamo parlando di romance, come dovrebbe essere il finale? Che i due personaggi principali del romanzo, che si sono amati per tutta la storia, si lasciano o si ammazzano?

Perciò, caro lettore, la prossima volta scegli bene il genere letterario più appropriato alle tue corde, così non incappi in finali scontati.

Il romanzo rosa è un genere letterario che narra di storie d’amore e del loro intreccio che si dipanano in genere in avventure e intrighi e terminano sempre con un lieto fine.
da Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_rosa)

Chi legge il rosa vuole il sogno, vuole il grande amore e il lieto fine, vuole il per sempre

Insomma, quando si legge un libro ci si aspetta il finale adeguato al genere che si sta leggendo, altrimenti sarebbe come se in un giallo, alla fine il colpevole non venisse catturato o che in un film della Marvel il supereroe del momento venisse sconfitto e morisse.

Infine, trovo ancora più offensive le critiche agli autori self, del tipo “io non leggo per principio un libro autopubblicato” oppure “il solito libro autopubblicato…“; è un preconcetto assurdo quanto stupido e offensivo.

Fatevi un giro sul web e leggete i casi letterari di scrittori che sono partiti dal self publishing e ora sono in vetta alle classifiche mondiali.

C’è un altro fatto da sottolineare: è proprio nel self che le case editrici scovano i nuovi talenti, così, poi vi ritrovate a leggere quell’autore che avevate tanto snobbato. Divertente, no?

Buona lettura a tutti e se volete parlare con me contattatemi!